Nonostante gli elevati progressi degli ultimi anni, si evidenziano ancora difficoltà a svolgere correttamente la raccolta differenziata. Una ricerca demoscopica svolta da OnePoll, evidenzia come ancora il 40% dei rifiuti potenzialmente riciclabili finisca in discarica.
Per questo, il centro di ricerca ha lanciato alcune regole per il "Design Circolare" che aiutino le imprese a progettare imballaggi che possano essere conferiti in maniera più immediata dai consumatori nel contenitore corretto, migliorando il packaging dell’imballo piuttosto che mettendo in evidenza le caratteristiche di riciclabilità.
I 5 principi designati per aiutare ad informare e riciclare correttamente:
I cinque principi a cui le aziende dovrebbero attenersi per progettare un packaging appositamente pensato per l’economia circolare.
1. Proteggere i prodotti e i marchi – Innanzitutto, l’imballaggio deve saper proteggere adeguatamente il proprio prodotto, evitando impatti a livello economico e ambientale derivanti dallo spreco.
2. Ottimizzare l’utilizzo dei materiali – Ottimizzare dimensioni e peso dell’imballaggio permette di ridurre i rifiuti e di salvaguardare risorse naturali.
3. Pensare all’efficienza lungo la catena di fornitura – Un buon Imballaggio deve essere efficiente, ed essere ad esempio adeguato ottimizzando la logistica.
4. Riciclare e riutilizzare materiali – Un modo per eliminare gli sprechi è mantenere in vita il più a lungo possibile i materiali utilizzati, riciclandoli in maniera facile e veloce
5. Continuare a lavorare sulla ricerca – Dobbiamo continuamente evolvere gli imballaggi pensandoli sempre più in chiave di economia circolare.
MANCANZA DI INFORMAZIONI PRECISE SU COSA SI POSSA E COSA NON SI POSSA RICICLARE
La ricerca evidenzia, inoltre, che due terzi (65.5%) dei consumatori getta un rifiuto nell’indifferenziato quando non è sicuro del contenitore corretto, adottando un atteggiamento di estrema prudenza.
Per esempio solo un italiano su 4 (25%) ha invece ammesso di non aver differenziato nell’ultimo mese un rifiuto che potesse essere riciclato; più numerosi invece (36%) i connazionali che adottano questo comportamento su scala più sporadica. La motivazione di questo comportamento è l’assenza di informazioni chiare in etichetta (45%), la presenza di imballaggi composti da più materiali (poliaccoppiati, 33%) e la contaminazione con altri tipi di rifiuti (23%).
Secondo la ricerca, questo fenomeno, chiamato “riciclo prudente”, impedisce il riciclo di circa 9,1 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno.
Al contrario, il 17,8% degli italiani differenzia rifiuti che non sa se potranno essere riciclati, e Il 46% afferma di averlo fatto almeno una volta. Tra le motivazioni, la convinzione nel voler riciclare il rifiuto (41%), anche se non materialmente possibile, la disattenzione (33%) e la mancata informazione sul corretto conferimento (29%).
Manca quindi un’informazione chiara, infatti il 54% degli italiani afferma che gli imballaggi non riportano informazioni dettagliate in merito al conferimento, mentre il 40% ne denuncia addirittura l’assenza.